Una scatola di ricordi adolescenziali, una cassetta/compilation, come quelle che si scambiano i protagonisti (...sigh...) ricca di ricordi non solo musicali, colonna sonora di una parte delle nostre vite.
Questo, e fortunatamente molto altro, è “The Perks of
Being a Wallflower”, tradotto con la solita, maccheronica, scellerata attitudine, pur se questa volta meno di altre.
Tratto dal romanzo best-seller - in US - di Stephen Chbosky, è un
piccolo, moderno classico, che cattura gli alti e i bassi che si susseguono vertiginosamente
nell’adolescenza, un racconto commovente sull’Amore, la perdita, la paura e la
speranza, gli amici e i momenti indimenticabili che segnano, in un modo o nell’altro, la Vita. Per la trama sono
ben lieto di rimandarvi, risparmiandomi inutili fatiche di battitura, a http://www.mymovies.it/film/2012/theperksofbeingawallflower/
.
Pur non avendo letto la novella di Chbosky, ambientata
nei primi anni ‘90, sembrano certe le influenze di uno dei cult adolescenziali
per antonomasia, quel Giovane Holden di cui si trovano tracce nel tentare di riprodurre il modo di pensare, di sentire, anche nell’approccio alla scrittura, nelle lettere all'amico defunto, del
protagonista, l’adolescente Charlie (un simpatico e dolente Logan Lerman).
I grandi temi e dilemmi dell’adolescenza, della
formazione, vengono indubbiamente frullati ed esasperati (il lutto e la perdita,
la droga, il sesso), ma il difetto viene cancellato dalla sensibilità del
regista e degli interpreti che, anche per ovvie connotazioni anagrafiche, risvegliano
ricordi, in fondo mai sopiti e colmi di quella sana (non sempre...) nostalgica bellezza.
Personalmente come farei a non emozionarmi di fronte
ad una colonna sonora zeppa di Smiths, Dexys Midnight Runners, New Order,
Cocteau Twins e il Bowie di “Heroes”, che, in una delle scene più ruffiane (ma
chi se ne frega, è comunque foriera di piccoli, emozionanti, brividi) fa chiedere a
Charlie e i suoi amici quale sconosciuta meraviglia stanno ascoltando ?
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