Sorretto da una sceneggiatura impeccabile,
scritta a quattro mani dall’esordiente regista Cahill con l’intensa e giovane interprete
femminile Brit Marling, “Another Earth” inizia con un terribile incidente
d'auto, in cui la liceale Rhoda, distrugge il veicolo di un musicista, John (William Mapother), uccidendone la moglie e il figlio.
Quando Rhoda viene rilasciata dal
carcere, diventata ormai un doloroso corpo vuoto, volutamente celato dietro un
anonimo lavoro notturno, decide di cercare il compositore cui chiedere perdono. Celando la sua identità, accetta invece un lavoro come
donna delle pulizie cercata da John, ormai emotivamente distrutto e
ritiratosi solitario nella casa di famiglia. A questo dramma intimo,
inizialmente costruito sulle rare parole che nascondono all'uomo la vera figura
di Rhoda , si contrappone l’impatto mediatico della scoperta di un’altra Terra,
esattamente speculare alla nostra, in cui vivono e si muovono i nostri doppi.
Mentre Rhoda riesce a scuotere poco per volta l’apatia di John, che torna a
suonare e a comporre, ed i rapporti tra le due Terre iniziano a farsi frequenti,
aprendo domande di carattere filosofico, politico, religioso, un gruppo di
scienziati decide di inviare sul pianeta gemello, scegliendolo mediante una semplice
lotteria, un visitatore. Questo permetterà di appurare la diversità con i
propri doppi, le proprie scelte, la propria vita, dove, ad esempio, l’incidente che vede
coinvolti i protagonisti potrebbe non essere mai accaduto. E mentre tra John e
Rhoda inizierà un delicato e inteso rapporto, la lotteria indicherà lei come prescelta per
visitare l’altra Terra, confessando in quel momento a John la sua vera
identità. La scelta finale della protagonista sarà una sorta di quieta e
dolorosa espiazione, che la porrà di fronte alla speranza ed alla parte più intima del
suo essere.
Girato con uno script non ancora terminato, dalle parole
rilasciate dallo stesso Cahill, il riferimento principale di “Another
Earth” è La doppia vita di Veronica di Krzysztof Kieslowksi, definito come un’opera
di metafisica.
E', in realtà, l’espressione per immagini del desiderio di fuga dalla solitudine, attraverso l’utopistica idea di un'altra terra-luogo, di un altro io, di un’altra opportunità, senza dimenticare quel bagaglio di esperienze che ci hanno reso ciò che siamo oggi.
E', in realtà, l’espressione per immagini del desiderio di fuga dalla solitudine, attraverso l’utopistica idea di un'altra terra-luogo, di un altro io, di un’altra opportunità, senza dimenticare quel bagaglio di esperienze che ci hanno reso ciò che siamo oggi.
Come i personaggi che vediamo sullo
schermo e in cui spesso ci immedesimiamo, l’altra Terra è anche una metafora del
cinema stesso.
Ad oggi, per le informazioni a disposizione,
non è prevista alcuna distribuzione italiana, ma è facilmente recuperabile sulla rete.
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