giovedì 24 gennaio 2013

personali (ri)scoperte: "La guerra è dichiarata" (2011) di Valèrie Donzelli

Empatico. Non c'è miglior definizione per descrivere questo piccolo film, da noi passato praticamente inosservato; l'ho scoperto per puro caso, leggendo il classico "best of 2012"  su uno dei pochi mensili di critica musicale e cinematografica che acquisto regolarmente. Il trafiletto ad esso dedicato, non accennava praticamente nulla alla trama, ne conoscevo l'autrice: Romeo (Jeremie Elkaim) e Juliette (Valèrie Donzelli) si incontrano ad una festa, si innamorano, vanno a vivere insieme, hanno un figlio, Adam. Due anni dopo, mentre al telegiornale scorrono le immagini della scoppio della guerra in Iraq, scoprono che Adam ha un tumore al cervello. La guerra è dichiarata, la loro guerra contro la malattia, contro le difficoltà che si troveranno ad affrontare nel lungo calvario tra operazioni, chemioterapia, anni passati in ospedale al fianco del bambino, supportati dall'affetto degli amici e parenti più stretti.
Racconto dell'odissea vissuta realmente da Jeremie Elkaim e Valèrie Donzelli, difficilmente si era visto affrontare, sul grande schermo, un tema così drammatico, evitando magistralmente i toni più finti e accesi da melò strappalacrime. Uno splendido inno alla vita, colmo di momenti ironici (Romeo e Juliette..), caustici, coadiuvato da brevissimi intermezzi surreali e accenni da videoclip, supportati da una colonna sonora che spazia da Bach a Laurie Anderson.
L'autrice sceglie di non lasciare in sospeso il racconto, dando inizio al film con l'interpretazione reale di suo figlio, Adam, 9 anni, guarito. Lo spettatore conosce quindi la fine, lasciando spazio al racconto della guerra di  Juliette/Valèrie e Romeo/Jeremie, al loro modo di ringraziare i parenti e gli amici più stretti che hanno condiviso con loro le armi, diventando una sorta di tribù in lotta contro la malattia che colpisce il più giovane di loro; mai una goccia di finto pathos, evitando superbamente di prendere in ostaggio il pubblico. 



 
 
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