Alex Ross è un critico musicale del New Yorker, su cui scrive regolarmente da alcuni anni, ed è autore di due libri sulla musica classica e contemporanea che hanno il pregio, assai raro, di affrontare e approfondire questi generi musicali sia da un punto di vista storico che di analisi della struttura musicale, utilizzando un linguaggio adatto e intrigante anche per un pubblico non avvezzo a queste sonorità. Non avendo ancora letto “Senti questo”, pubblicato da Bompiani qualche mese fa, mi soffermo sul primo libro di Ross, “Il resto è rumore”, pubblicato nel 2009 e oggi reperibile anche in edizione economica sempre da Bompiani.
Il libro è un viaggio nella Musica del ventesimo secolo, cominciando con un’accurata analisi della prima, allora scandalosa, “Salomè” di Strauss, terminando con uno studio di John Adams e l’opera “Nixon in China”. Il tutto descrivendo il contesto storico in cui nacquero sia i musicisti che le loro opere, i re, i dittatori, i regimi che cercavano il controllo sulle loro composizioni. La teoria, descritta con arguzia e riferimenti storici ben definiti, porta a dire Ross che non ci potrebbe essere stato Aaron Copland senza la Grande Depressione, così come Kurt Weill senza la Repubblica di Weimar e l'ascesa del nazismo, fino all’analisi della musica d’avanguardia sotto le tirannie di Hitler e Stalin e nel dopo guerra. “Il resto è rumore” descrive molte opere e compositori, riuscendo sempre a mantenere le sue descrizioni coinvolgenti, specialmente nella parte dedicata alla musica classica, che riuscì a sfuggire da un contesto puramente elitario con l’avanzare della cultura popolare, mentre i capitoli dedicati al dopo guerra occupano solo un terzo del libro.
Alcune pagine non potevano essere ovviamente non dedicate al jazz, o almeno a Duke Ellington, fino ad arrivare all’avanguardia rock degli anni ’60 dei Velvet Underground di Lou Reed e John Cale, cui sono dedicati però solo un paio pagine. Indubbiamente ci sono delle lacune, immancabili e perdonabili in un libro così ambizioso, così come passaggi più intriganti dedicati a musicisti meno noti come Benjamin Britten, rispetto ad altri quali ad esempio Charles Ives. Pur essendo scritto cronologicamente, Ross salta spesso avanti e indietro nel tempo per effettuare le varie connessioni storiche e musicali.
Consigliatissimo il sito personale dell’autore www.therestisnoise.com , dove trovano spazio varie rubriche dedicate alle recensioni, ad interessanti guide all’ascolto di vari generi musicali, fino al blog personale di Ross.
2 commenti:
grazie a te Robi so cosa regalare alla mia sorellona patita di Musica classica . grazie della recensione arguta e stimolante
Laura, felice che queste poche righe contribuiscano anche ai regali... mail il libro è davvero interessante anche per chi non ama o non si sente di "affrontare" quei generi musicali... grazie a te
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