Chi si diletta, come il sottoscritto, a maneggiare il proprio blog (anche se la definizione proprio mi turba, dato che continuo a parlare di sandblow come di uno spazio aperto, in cui mi piacerebbe avere più collaboratori, ricevere critiche non solo sulla veste grafiche ma anche sul contenuto stesso) ha a disposizione anche una serie di statistiche sulle letture degli stessi post. Con un minimo di stupore ho notato che uno dei più letti è stato quello dedicato ai Can, e alla ristampa del loro capolavoro discografico “Tago Mago”: http://sandblow.blogspot.it/2011/12/can-tago-mago-40th-anniversary-2cd.html
Stupore perché i Can non sono
un nome così popolare come i Kraftwerk - per restare nell’ambito musicale
proveniente dalla Germania - e la loro musica richiede un approccio all’ascolto
non proprio superficiale, stupore misto a soddisfazione perché alcuni di voi si
saranno avvicinati o avranno recuperato quel fantastico disco del ‘71, ricco di
idee e suoni per generi e generazioni
musicali a venire.
“The Lost Tapes” è un
cofanetto di 3cd (3 ore, 15 minuti, 44 secondi di musica racchiuso in una
splendida confezione, che raccoglie inediti in studio, materiale live e colonne
sonore) curata da Irmin Schmidt, uno dei fondatori del gruppo, e Daniel Miller,
boss della Mute Records, per intenderci la
casa discografica anche dei Depeche Mode. La press release della Mute informa
che si tratta di " materiale
d'archivio, non outtakes, e le tracce erano state accantonate per una serie di
motivi - colonne sonore di film che non hanno mia visto la luce - brani che non
apparivano sulle versioni finali degli album a causa di spazio…."
Normalmente
edizioni di questo genere sono indirizzate a fan e collezionisti, ma la qualità
musicale presente in questi dischi è talmente elevata da essere un approccio al
gruppo anche per i non adepti e il puro piacere dell’ascolto. Un brano come
"Millionenspiel" ( http://www.youtube.com/watch?v=u4CtYbTT2-Y ) unisce nei suoi minuti lo spirito avventuriero dei Can, improvvisazioni
sorprendenti, riff melodici e pulsanti. Vengono alla luce brani con la voce di Malcolm Mooney, il cantante
americano di colore che partecipò solo ai primi due album ufficiali del gruppo,
“Monster Movie (1969)” e “Soundtracks (1970)”, nella sua forma più
accattivante, creatore di veri e propri mantra
vocali. Uno dei principali punti di forza del box-set risiede nella
continua evoluzione di ritmo, lo variazione di stile e umori da un brano
all'altro, dal quasi free-jazz di
" Evening All Day" alla splendida atmosfera di "Rap Bubble",
fino alla grezza idea di “On The Way To Mother Sky” per uno dei loro brani più noti, appunto “Mother Sky”,
coverizzata a più non posso da gruppi di culto come i Loop, i Thin White Rope e
Psychic TV. Diventa inutile dilungarsi sui 30 brani presenti in questo box;
potete trarne un assaggio come al solito da YouTube , digitando Can The Lost
Tapes e per i più curiosi e completisti leggere l’intervista di Irmin Schmidt
recuperabile sui seguenti link:
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