Non sono un
"saggista" e mai lo sarò. Appartengo piuttosto alla categoria dei
"romanzieri", vuoi per un avvicinamento tardivo ai primi, vuoi per
un'innata predisposizione ai secondi. Ma "the time they are a
changin'" e qualche anno fa, aiutato da un originale librario del centro
storico genovese dal quale saltuariamente mi servo, che mi ha dapprima
sciorinato col suo esondante-esacerbante-nauseante? nozionismo da frustrato
"home de lettre" una lunga lista di saggistica comprendente tutto lo
scibile umano, dall' uomo di Neanderthal a Joseph Roth (Claudio Magris
"lontano da dove" Einaudi) , da Mike Buongiorno (Umberto Eco docet) a
Moana Pozzi , per arrivare in fretta alla prosaicità dei giorni nostri, per poi
finalmente catturare la mia attenzione su questa pietra miliare del XXI secolo
di 566 pagine -Collasso, come le società scelgono di morire o vivere- Einaudi
editore.
E allora inziamo col dire: “Homo homini lupus", l'uomo è un lupo nei confronti di un altro uomo. , un’espressione proverbiale risalente a Plauto rende l'idea ed enuclea perfettamente l'egoismo e la crudeltà della natura umana, della storia raccontata dall'etologo Jared Diamond e la recensione potrebbe finire qui ma vi romperò il cazzo ancora per un pò.
E allora inziamo col dire: “Homo homini lupus", l'uomo è un lupo nei confronti di un altro uomo. , un’espressione proverbiale risalente a Plauto rende l'idea ed enuclea perfettamente l'egoismo e la crudeltà della natura umana, della storia raccontata dall'etologo Jared Diamond e la recensione potrebbe finire qui ma vi romperò il cazzo ancora per un pò.
Grazie alla storia
di popolazioni e territori lontani nel tempo e nello spazio (Isola di Pasqua,
Groenlandia, Islanda,) dalla nostra civiltà moderna, è possibile comprendere e,
se possibile, non ripetere gli errori e i comportamenti autolesionistici
commessi dall'uomo nei confronti delle risorse ambientali a sua disposizione
che ne hanno decretato la prematura scomparsa.
La prima parte del
saggio è costruita sulla complessa analisi delle cause e degli effetti
devastanti nati dai comportamenti consapevoli-inconsapevoli dell'uomo inseriti
in un territorio e un ambiente naturale caratterizzato da una fragilità e da un
ecosistema lento a rigenerarsi, tali da essere, prima la vittima e poi il
carnefice dei suoi stessi abitanti. Un'analisi ad ampio raggio basata su dati
storico-archeologici difficilmente opinabili prende in esame realtà
continentali geograficamente distanti ma tutte accumunate da un processo
evolutivo-distruttivo sfociato nella stessa tragica sorte.
La seconda parte si
concentra sui possibili parallelismi e sulle dinamiche polito-sociali dei
giorni nostri che, se non cambiate, potrebbero risultare esiziali per le future
generazioni. Scioccano per l'oggettiva attualità alcuni esempi posti a
confronto tra due popolazioni che hanno contemporaneamente vissuto nello stesso
territorio secoli addietro. Una è sopravvissuta, l'altra è estinta. Gli inuit
(eschimesi) e i norvegesi della Groenlandia. Paradigma attualissimo di come si
può sostenere uno standard di vita accettabile (inuit) e di come, invece, non
si può protrarre uno stile di vita basato sullo sfruttamento e il conseguente
esaurimento (norvegesi) delle risorse naturali a propria disposizione.
I nodi nevralgici
su cui si basa lo studio di Diamond sono il costante disboscamento non
programmato delle foreste pluviali con inaridimento e salinizzazione del
territorio, la crescita demografica con aumento geometrico del fabbisogno
alimentare e sanitario, utilizzo scriteriato e irresponsabile dei combustibili
fossili con danni incalcolabili all'ecosistema terrestre, oltre che all'impatto
inquinante provocato dal rilascio di sostanze velenose nella lavorazione dei
giacimenti minerari (oro, rame, argento, carbone) nel globo acquatico.
A bilanciare le
azioni di un processo degenerativo generato dall'evoluzione biologica-sociale
dell'uomo, l'autore, in dodici punti, spiega come è possibile arrestare il
disfacimento in atto, invertendo la rotta intrapresa, assecondando e
promuovendo comportamenti virtuosi ad iniziare dalla vita individuale di ogni
cittadino mondiale. L'opinione pubblica, il formarsi di associazioni
ambientaliste nel corso degli ultimi cinquant'anni hanno portato alla
modificazione se non all'eliminazione (clorofluorocarburi) di sostanze
altamente inquinanti.
Una goccia
nell'oceano? Forse si vista la crescente modificazione del tessuto
economico-sociale cinese e indiano (Cindia) che si avvicinano paurosamente a
standard di vita conosciuti sinora soltanto dal mondo occidentale con un
fabbisogno energetico e alimentare che cresce di giorno in giorno. Se i tassi
di consumo pro capite cinesi raggiungessero i livelli del primo mondo (Europa,
America) e se niente cambiasse a livello mondiale (ovvero la popolazione e i
tassi di produzione/consumo rimanessero invariati nel resto del pianeta),
allora la produzione totale mondiale dovrebbe aumentare del 94% solo per far
fronte alla domanda della Cina. In altre parole, se i cinesi diventeranno
ricchi come noi l'umanità avrà bisogno del doppio delle risorse attualmente
disponibili. Come arginare tutto questo? Come scongiurare un tracollo globale?
Leggete questo libro, potrete capire che le alternative, non indolori,
esistono.
Nessun commento:
Posta un commento