Mi chiedo spesso quanto senso
abbia voler parlare, scrivere di ciò che mi piace o meno, di libri, film
piuttosto che di musica del passato o del presente, dal momento che si hanno a
disposizione decine o centinaia di siti o blog, di riviste, on-line o meno, da
cui reperire informazioni e critiche ben più argute. La risposta è che sandblow
è nato senza alcuna velleità autoriale, ma solo uno spazio su cui scrivere di
getto le sensazioni generate da
quello che si legge o si ascolta, con la speranza di regalare, e spero anche ricevere,
degli input, innescare curiosità. Altrimenti che cazzo di senso avrebbe ?
Saltando volutamente i soliti riferimenti
biografici, Richard Yates è stato fortunatamente riscoperto, non molti anni fa, negli Usa grazie alla ristampa di
alcuni dei suoi libri, tra i quali il più conosciuto, e anche il primo che ha
scritto, è “Revolutionary Road” del 1961, da cui il film di Sam Mendes, con una
sceneggiatura perfetta e, cosa rarissima, fedelissima allo spirito duro e amaro
del romanzo. Riscoperto come uno dei segreti meglio conservati della
letteratura americana, come John Updike e John Cheever, ebbe la sfortuna, come
altri autori del periodo (John Fante è un altro lampante esempio), di ricevere
i maggiori elogi proprio per l’esordio, e vivendo il periodo successivo con la
propria fama destinata praticamente a
ridursi, morendo nel quasi totale
anonimato.
In Italia ci ha pensato
Minimum Fax ad occuparsi, fortunatamente, di ri-stampare i libri di Yates, un
autore che mi ha coinvolto in ogni pagina di ciò che ho letto, da “Disturbo
della quiete pubblica”, “Una buona scuola” , “Easter Parade” a “Undici
solitudini”.
Con l'azzardo della dotta citazione, ma
pronto a ricevere bacchettate sulle dita nel caso di errore della citazione stessa,
Yates soddisfa quello che Kafka reputava, se non ricordo male, il requisito
essenziale della grande scrittura, ovvero qualcosa che suonava, più o meno, come il “dobbiamo leggere solo il tipo di libri che ci feriscono come una pugnalata”; molti dei suoi personaggi e delle loro vite sono
collocati e destinati, a volte in modo anche ironico, a vivere il periodo
mitizzato dell’American Way of Life come
fonte di delusione e autodistruzione, ritrovandosi nel circolo vizioso di un
anonimato generato proprio da un finto benessere, materiale ed emotivo, per
tanti anni sbandierato negli Usa, ma quanto mai diventato fenomeno mondiale.
Questo rende ancora più attuale Yates (so già che qualcuno sta pensando che lo sono
anche Checov e Dostoevskij), il cui malessere della middle-class americana
degli anni ’60 ha delle valenze sempre attuali, filtrate da una scrittura ad un
primo impatto molto scorrevole e semplice;
l'apertura di “Easter Parade”, un romanzo che, da solo, può inserire lo scrittore
tra i più valenti del 20 ° secolo, ne è il perfetto esempio e recita, più o
meno: "Nessuna delle sorelle Grimes avrebbe avuto una vita felice, e guardando
indietro è sempre sembrato che il problema sia iniziato con il divorzio dei
loro genitori.”
La grande capacità Yates è
quella della perfetta identificazione con i suoi personaggi, quasi a tracciarne
il proprio percorso futuro, di persone mediocri che evadono la verità fino a
quando questa ricade ineluttabile su di loro, come accade alla coppia degli Wheeler
di “Revolutionary Road”, ambiziosa di un generale desiderio di sicurezza ad
ogni costo, allo stesso tempo vogliosa ma incapace di sfuggire alla
conformità; l’idea di utilizzare come cartina tornasole delle debolezze degli
Wheeler, rivolgendosi all’America di Eisenhower e McCarthy dell’epoca, un
malato psichiatrico, una persona emarginata dal quel mondo finto e arroccato su
se stesso, è semplicemente un altro tocco geniale.
Non c’è, a mio sindacabile
giudizio, nella biografia di Yates un particolare libro da consigliare per chi
non lo conosce, dato che ogni personaggio che ho incontrato nelle sue pagine mi ha sempre coinvolto e in alcuni casi
divertito, da “Cold Spring Harbor” a “Bugiardi e innamorati”, al citato e
davvero grande “Easter Parade”. Il link http://www.minimumfax.com/
fornisce, oltre ai titoli disponibili, materiale interessante per un
approfondimento sull’autore, così come sono ottime alcune delle
introduzioni-saggi presenti nei libri.
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