mercoledì 11 marzo 2015

Ben Lerner - Nel mondo a venire (Sellerio, 2015)










http://sellerio.it/it/catalogo/Mondo-Venire/Lerner/8026




Un malvagio senso di esterofilia continua ad ammorbare la mia facoltà di lettura; sarà che le emozioni su carta, in anni più o meno recenti,  mi vengono indotte, ahimè, da autori stranieri, leggere un chiaro elogio di J. Eugenides nei confronti di Ben Lerner ha attizzato la mia meschina curiosità. 

Oltre alla sicuramente remunerata pubblicità dell’autore de “Le vergini suicide”,  il titolo originale di Nel mondo a venire, 10.04 (la torre dell'orologio in Ritorno al futuro vi ricorda qualcosa ?) ha risvegliato quell’insana curiosità, che spesso mi attanaglia, nei confronti di scrittori a stelle e strisce, memore del piacere delle letture di un Malamud  piuttosto che Everett, Roth, Yates, Eagan, Franzen, lo stesso Eugenides. Per carità, la prosa di Walter Siti, per citarne uno, ci è sicuramente invidiata da molti, ma vuoi per una ristretta forma mentis, è altamente probabile che nelle mie mani finiscano libri francesi, inglesi, americani piuttosto che Isabella Santacroce o il vincitore dello Strega. Esempi calzanti ? Fate voi.

Trama e personaggi di Nel Mondo a Venire sono facilmente reperibili in rete, pertanto... Pertanto la bellezza, rassicurante, inquietante e a volte sublime di questo Lerner, risiede nella grande capacità narrativa di eventi apparentemente slegati tra loro: una patologia cardiaca potenzialmente fatale, uragani, Ronald Reagan. Eventi che nel mondo a venire  ("tutto sarà come ora, solo un pò diverso") attestano il romanzo nella forma di domanda sulla natura della letteratura stessa, sull’impalpabilità del fisico e del metafisico, presenza e contemporanea assenza del passato e del futuro, la (a)temporalità degli eventi che scandiscono la vita e il senso di inadeguatezza che ne deriva, galleggiando nella liquidità delle relazioni, nella bramosia di far accelerare il nostro cuore per poi svanire nella memoria.